Un dialogo con Aristotele sulla convivenza civile
| Necessità di riprendere Aristotele per poter leggere il presente
di Martina Marini
Quando si pensa ad Aristotele spesso lo si colloca in un'antichità che sembra avere poco a che fare con i nostri giorni. Dante definì Aristotele “il maestro di color che sanno” ha ancora molto da dirci e da insegnarci.
Sono tante le occasioni nelle quali, ogni giorno, Aristotele torna a trovarci senza che noi ce ne accorgiamo. Un esempio tra tutti? Spesso quando vogliamo sostenere qualcosa, ricorriamo alla retorica e alla sua logica, oppure ricerchiamo le cause attraverso dei ragionamenti.
Potremmo continuare ancora e arriveremmo alla conclusione inevitabile che Aristotele ci guarda e ci riguarda.
Uno dei concetti chiave della sua filosofia si basa sulla definizione dell'essere come essere che si dice in molti modi. E' questo il vero principio per il quale si può dire che la realtà è unitaria come si dice che l'atomo è uno anche se composto da parti. Questo concetto lo potremmo riportare ad oggi e pensare come in questo modo ci siano esseri diversi per tradizione, cultura, modi di pensare ma che convivano tra loro.
Essi assomigliano, per dirla come Aristotele a degli elettroni che ruotano intorno ad un nucleo coeso, ed è necessario che tale nucleo ci sia per non farli disperdere nello spazio.
Questo è quello che accade oggi, putroppo questo nucleo ( convivenza sociale) viene via e tutti quegli elettroni (persone) vengono meno, si allontanano e invece di attrarsi si respingono fino ad odiarsi.
L'odio genera altro odio ed insoddisfazione provocando la totale rottura del nucleo.
Aristotele ci aiuta a guardare le cose in una prospettiva diversa, che lo stesso definisce il giusto mezzo. In tale dimensione dovrebbero essere riportate le persone oggi, per evitare guerre e cercare di arginare le morti.
Ricostruire quel nucleo di convivenza che nell'ottica dell'odio e dell'indifferenza è stato demolito,lasciarsi stupire dalle cose, scoprirle al di là di una quotidianità che le dà per scontate, guardarsi intorno e chiedersi di sé e del mondo, sviluppando una capacità di ragionare che allarga la mente, amplia la conoscenza e stimola il senso critico.
La meraviglia di Aristotele ci appartiene ancora?
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06/03/2017
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