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“A cosa possiamo attribuire la sconfitta del Pd al secondo turno rispetto al voto delle Primarie?"

San Benedetto del Tronto | Una articolata disamina di Tonino Armata – in forma di Lettera al Direttore e Lettera aperta – che riflette su alcuni aspetti generali della politica e peculiari di quella sambenedettese …

di Tonino Armata

Tonino Armata

Pubblichiamo integralmente una articolata disamina di Tonino Armata - in forma di Lettera al Direttore e/o Lettera aperta - che riflette accuratamente su alcuni aspetti generali della politica e peculiari di quella sambenedettese ...
In essa, riscontriamo una dialettica appassionata di un cittadino che non rinuncia con passione ed impegno ad esercitare il proprio pensiero critico ed una riflessione articolata sulle dinamiche politiche generali e particolari.


Il Diritto di Essere Informati

Articolo 19 - Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Sommario
1. L'aspetto costituzionale
2. L'aspetto sociale
3. Diritto all'informazione e sistema televisivo
4. Il diritto di accesso a Internet
5. Il diritto-dovere di conoscere la legge
6. Al cittadino non far sapere...

Queste note non sono e non vogliono essere un'analisi giuridica del diritto del cittadino di essere informato, o più brevemente del "diritto all'informazione". Sono considerazioni di un ex operatore dell'informazione che riflette sui problemi e le propone come stimolo, per gli studiosi del diritto, ad affrontare alcuni problemi di grande importanza nella società dell'informazione.
A mio avviso il diritto all'informazione deve essere considerato fondamentale in un ordinamento democratico, per i motivi che descriverò tra poco, che si fondano su considerazioni sia giuridiche, sia economiche e sociali.
Cercherò anche di formulare alcune riflessioni sull'assetto dei mezzi di comunicazione in Italia e sul diritto-dovere dei cittadini di conoscere le leggi e l'operato della pubblica amministrazione.

Il Caso nel Pd di San Benedetto del Tronto e le liti a Sinistra.

Nella nostra Città, San Benedetto del Tronto, a cosa possiamo attribuire la sconfitta del Pd al secondo turno rispetto al voto delle primarie?
E per la seconda volta come militante che ha contribuito alla nascita del Pd a San Benedetto, mi rivolgo a te segretario del Pd regionale affinché si faccia pulizia totale con la scelta di un Commissario democratico, competente e autorevole.

Gentile Segretario Regionale Francesco Comi

Oltre a testimoniare dell'asprezza delle lotte interne al Pd, il "caso" Massimo D'Alema è rivelatore di uno scontro fratricida più ampio. In tutte le formazioni di sinistra europee sono in atto lacerazioni profonde e complesse, che però non contrappongono riformisti e rivoluzionari, come avveniva in passato. Ad esempio agli albori del XX secolo, quando in seguito alla vittoria dei bolscevichi e all'appello di Lenin sorsero nuovi schieramenti nati dalle scissioni dei partiti socialisti, dando vita a due famiglie distinte: i comunisti e i socialdemocratici. Vi furono tra loro alcuni momenti di unità, più durevoli in Italia che altrove, e lunghe fasi di rivalità estremamente dure, a volte suicide. Sotto la Repubblica di Weimar i comunisti tedeschi denunciarono il «social-fascismo», sostenendo - nel momento stesso in cui Hitler iniziava la sua ascesa al potere, conquistato poi nel 1933 - che «l'albero nazista non deve nascondere la foresta socialdemocratica». In Francia, durante la guerra fredda, il leader socialista Guy Mollet diceva che i comunisti non erano a sinistra ma all'Est.
Oggi le sinistre europee si suddividono in tre grandi sensibilità, a loro volta molto composite, che rimangono talora all'interno di uno stesso partito, ma spesso si organizzano autonomamente. La sinistra della sinistra, con tutte le sue varianti - Sel in Italia, Podemos e Izquierda Unida in Spagna, il Parti de gauche in Francia, Die Linke in Germania - continua a perseguire la grande alternativa al capitalismo; mentre la sinistra socialdemocratica, e dunque riformista, vuol rimanere fedele alla sua tradizione. In quest'ultima categoria si possono collocare sia Bersani che D'Alema, la fronda del partito socialista francese, ma anche Jeremy Corbyn in Gran Bretagna. C'è infine la componente social-liberale lanciata da Tony Blair e Gerhard Schröder, che ha spostato le linee della contrapposizione abituale tra destra e sinistra, ora impersonata da Matteo Renzi, Manuel Valls e François Hollande, o anche, in forma diversa, dal giovane ministro dell'Economia francese Emmanuel Macron.
Ciò che colpisce oggi è la violenza degli scontri interni alle sinistre. I loro dissidi reali, benché non fondati su corpus dottrinari ben definiti come ai tempi del comunismo, provocano antagonismi sempre più virulenti, che a volte degenerano in espressioni di vero e proprio odio reciproco. In Francia l'ossessione degli oppositori interni al partito socialista è provocare la caduta del premier Manuel Valls; mentre Jean-Luc Mélenchon, capo del Parti de gauche, pensa solo a superare François Hollande alle prossime presidenziali, pur sapendo benissimo di non avere alcuna possibilità di essere eletto. Il principale bersaglio di Podemos e di Izquierda Unida è il Partito socialista spagnolo. Quanto alla sinistra del Pd, ha un unico obiettivo: quello di eliminare Matteo Renzi. Ma anche la sinistra social-liberale non è da meno: Manuel Valls ad esempio ha dichiarato che la sinistra moderna e quella tradizionale, come le definisce, sono inconciliabili, e propugna una grande rifondazione; mentre per Macron l'antagonismo destra-sinistra andrebbe superato una volta per tutte. Si ha dunque l'impressione che ciascuna delle sinistre veda il suo principale avversario, se non addirittura il nemico numero uno, alla propria sinistra.
Ma non è affatto certo - e questa è un'altra caratteristica della politica europea - che tali divisioni favoriscano automaticamente le destre. Il centrodestra italiano è a pezzi, in Germania la questione dei migranti provoca forti contrasti all'interno della Cdu-Csu, il partito conservatore britannico si è spaccato su Brexit, mentre i repubblicani francesi si presentano pericolosamente frammentati in vista delle future primarie. Quanto al Partito popolare spagnolo, è in testa per le elezioni del 26 giugno, ma con intenzioni di voto al disotto del 30%, in forte calo rispetto ai risultati ottenuti in passato.
Di fatto, i partiti di governo sono generalmente sotto accusa, a tutto vantaggio degli schieramenti di protesta, assai diversi tra loro: dal Movimento 5 Stelle, tanto difficile da classificare, ai partiti di estrema destra come il Front National, o a quelli che si collocano a sinistra della sinistra. Questi partiti o movimenti avanzano quasi inesorabilmente, approfittando dei disagi sociali e delle paure che pervadono le nostre società, alimentate ad esempio dai flussi migratori o dalla diffidenza generalizzata verso le istituzioni, i partiti tradizionali, le classi dirigenti e l'Unione Europea. È dunque in corso, in Italia come in Europa, un profondo e pericoloso rimescolamento politico. La sinistra, impegolata nei suoi conflitti interni e nelle sue rivalità di leadership, si dimostra incapace di comprendere la portata delle mutazioni in atto e le enormi sfide che gravano sulle nostre democrazie. E soprattutto, di far sentire su di esse il proprio peso.


Nella nostra Città, San Benedetto del Tronto, a cosa possiamo attribuire la sconfitta del Pd al secondo turno rispetto al voto delle primarie?

La politica è fatta da persone, non è un algoritmo. Il progresso, che nasce dalla società e si riflette col tempo nei partiti, ha momenti in cui va avanti, poi indietro, pause, dubbi. Non è una linea in cui dopo A viene B e poi C. Paolo Perazzoli si è presentato sulla scena come soggetto del cambiamento e subito ha vinto le primarie ma non la maggioranza dei voti al primo turno.
Poi nel ballottaggio: è sembrato che la conseguenza logica fosse che ripetesse il successo delle primarie del primo turno, addirittura sconfiggesse l'opposizione interna e la destra. Beh, no. Non è andata così. Parliamo di strutture di potere che governano da decadi, che hanno alleanza con i poteri economici, con i media più potenti. Era evidente che non sarebbe stato facile. Certo c'è stato un errore nella campagna elettorale e bisogna fare autocritica. Neppure bisogna pensare né che le gente sia sciocca o che sia pigra. Si era creata una grande aspettativa e molti non sono andati a votare. Non possiamo dimenticare quello che abbiamo detto sempre: il cambiamento reale si deve produrre nella società. Se smettiamo di lavorare nei quartieri, nella vita quotidiana, nei luoghi di vita e di lavoro, insomma nella crescita culturale della Città, per molto che tu indovini il messaggio o il candidato sarà sempre una vittoria effimera. Non sono una persona o uno slogan che cambiano la Città.
Il Pd, in Italia nelle Regioni, anche a San Benedetto del Tronto è nato per il cambiamento, per stare con i giovani, con chi lavorava e non lavorava, con chi non votava e nei ceti popolari: in questo senso era un partito "di classe democratica". Deve restare lì per crescere. Bisogna essere ambiziosi e utopisti per cambiare ma restare alle cose concrete.
Per assolvere a questo progetto non bastano più le dimissioni del segretario del Circolo Nord Andrea Manfroni, le dimissioni della segretaria dell'Unione Comunale Sabrina Gregori, e la ritrosia dell'attuale classe dirigente a lasciare il potere. Dobbiamo andare avanti. E per la seconda volta mi rivolgo al segretario del Pd regionale affinché si faccia pulizia totale con la scelta di un Commissario democratico, competente e autorevole.

Cordialità
Tonino Armata

19/07/2016





        
  



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