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FABIO CUPAIUOLO: un ricordo delle sue lezioni tra il 1979 e il 1980*

San Benedetto del Tronto | Professore di letteratura latina presso l'Università Federico II di Napoli, nel 1971 ha fondato il «Bollettino di Studi Latini» e nel 1989 la Collana di Studi Latini.

di Felice Di Maro

Fabio Cupaiuolo

Nel pomeriggio di domenica 11 novembre del 1979 presso il Salone della Biblioteca Universitaria Federico II di Napoli ho incontrato per la prima volta Fabio Cupaiuolo, latinista e studioso di vari aspetti veramente reconditi della letteratura latina. L'incontro avvenne per caso, poco prima dell'apertura di un convegno (1). Ai lati delle sala erano state disposte delle vetrine o meglio delle teche (2) con delle pubblicazioni su Pompei, Ercolano e le altre località dell'area vesuviana e sui vari temi compreso le fonti letterarie e gli scavi archeologici. Era una mostra bibliografica sulle città sotterrate dal Vesuvio nel 79 d. C. che presentava pubblicazioni poco note.

Mentre annotavo i titoli veramente notevoli ed ero concentrato non mi accorsi che ero osservato da lui quando fui investito dalla sua voce con tono basso ma decisa e vigorosa: "......, ma se le sta segnando tutte!". Confesso che in quel momento fui un po' spiazzato, mi imbarazzai e non risposi immediatamente. Non avevo capito che quelle domande mi venivano rivolte perché in quel momento ero all'attenzione di un noto latinista e titolare di cattedra di letteratura latina proprio dell'Università Federico II di Napoli.

Dopo qualche secondo una replica: "Fa piacere vedere che è così interessata". Si ...., risposi e lui: "Come mai tanto interesse?". La domanda presentata con un sorriso mi permise, anche se con disagio progressivo e con ordinaria timidezza di spiegare immediatamente le ragioni che erano principalmente che avendo accettato da qualche settimana di fare il Corrispondente della Rivista "Archeologia", il mensile dei Gruppi Archeologici D'Italia, ero impegnato a fare un elenco delle pubblicazioni di archeologia.

L'invito mi era stato rivolto dal "Gruppo Archeologico Napoletano" del quale facevo parte da qualche anno e la mia candidatura era stata accettata dal Direttore Nazionale, Ludovico Magrini, con il quale avevo preso accordo dopo vari colloqui telefonici di realizzare un quadro bibliografico sia sulle aree archeologiche di Napoli e dintorni e sia dell'area vesuviana in particolare nonché sulle problematiche connesse con l'archeologia dell'area vesuviana comprese le fonti letterarie antiche che documentavano le aree archeologiche delle città vesuviane che, poche, erano veramente importanti.

Immediata la sua replica: "Interessante. Le faccio tanti auguri.....". E, fu così che finì questo primo incontro perché immediatamente fu in pratica sequestrato dai suoi colleghi anche loro professori dell'Università e si allontano da me. Poco dopo si apri il convegno e non lo rividi più neanche nei giorni successivi: il convegno si tenne in varie località e fino al 15 novembre e presentò lavori sia su scavi archeologici e sia sulla storia ed anche sui Papiri di Ercolano conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, Officina dei Papiri.

Non molto tempo dopo, all'inizio di dicembre lo incontrai di nuovo alla Biblioteca Nazionale di Napoli e fu il momento delle presentazioni diciamo "ufficiali" e tra le varie verso la fine dell'incontro tra i miei ricordi risento ancora oggi come registrata in memoria la sua voce: "Faccio un corso di letteratura latina, le prime ore del mattino. Potrebbe esserle utile! Non sempre, ........ ma almeno a qualche lezione vorrei vederla". Ci salutammo con cordialità ma passò qualche giorno prima che io mi decidessi se partecipare o no alle sue lezioni perché per motivi di lavoro non ero libero di mattina e non avevo compreso pienamente il ruolo che potesse giocare la letteratura latina in relazione all'archeologia e naturalmente per le problematiche connesse: all'epoca non ero in grado di cogliere certe opportunità anche proprio di formazione culturale mirata con il concorso delle fonti letterarie. Decisi di andarci, confesso, più spinto dalla curiosità di assistere almeno ad una sua lezione che seguire il corso per intero.

Era ormai la metà di dicembre sempre del 1979 quando entrai nell'aula e lui si apprestava ad iniziare la lezione. L'aula era strapiena e a stento riuscii ad entrare. Quando finì la lezione cercai di avvicinarlo ma non riuscii ad avvicinarlo e me ne andai. Uscendo una ragazza che frequentava il Gruppo Archeologico Napoletano mi disse: "Felice, per Cupaiuolo devi entrare in aula per lo meno alle 7,30". Cosa che feci il giorno dopo prendendo posto nella terza fila, quando lui arrivò mi vide e dopo qualche minuto prima di iniziare la lezione mi salutò con il capo lanciandomi un sorriso. La lezione era sui preliminari dei Poetae Novi e non mancarono veloci riferimenti a Orazio. Ricordo i lineamenti dei temi delle motivazioni e dei significati come quelli dei componimenti brevi di Catullo. La lezione finì e continuai a prendere appunti e dopo qualche minuto mi accorsi che era circondato e con un seguito di studenti e non riuscii a salutarlo.

Quelle due lezioni mi avevano dato motivazione ma per vicende varie di lavoro in primis e per le attività che ho detto sopra l'anno accademico 1979-80 terminò senza che io partecipassi. Ripresi a novembre, anno accademico 1980-81.
Credo che iniziai a frequentare alla terza o quarta lezione. I preliminari sulle origini della letteratura che aveva presentato nelle lezioni precedenti almeno in parte venivano ripresi e dopo un mese circa di nuovo i Poetae Novi che avevo lasciato più o meno un anno prima. Intanto il 23 novembre a Napoli e dintorni ci fu il famoso sisma, un terremoto molto forte il cui centro era stato l'Irpinia e mi creò qualche problema ma non tali da impedirmi di continuare ad assistere alle sue lezioni e lo feci fino a fine febbraio del 1981.

Fu un periodo molto impegnativo e compresi bene oltre che l'importanza degli autori latini e in particolare di Cicerone e Virgilio e soprattutto di Orazio del quale lui era uno studioso. Prima dell'evento sismico riuscii a salutarlo e parlargli, quasi un colloquio, breve s'intende, e ricordo che mi consiglio di acquistare i "Lineamenta" (3), un suo libro che acquistai con piacere e fu importante perché in lezione consigliava le pagine in relazione ai temi. Volume molto impegnativo ma che proprio seguendo il suo corso, così come lo svolgeva, in seguito per me è diventato uno strumento molto utile per varie motivazioni anche quando ho frequentato dopo un po' di anni l'Università "La Sapienza" di Roma e come matricola s'intende. L'importanza di questo volume è che oltre ai profili dei vari autori che vengno presentati dopo pagine di piccoli saggi sulle varie epoche e sui fenomeni della letteratura latina con bibliografia ragionata (prima parte) venivano presentate delle pagine di critica letteraria, che erano testi di autori non facile da reperire (seconda parte).

In meno di tre mesi avevo accumulato informazioni articolate su quelli che sono gli autori latini, anche se solo a livello di quadri biografici ma con una vasta bibliografia. L'insieme delle acquisizioni naturalmente erano alquanto articolate e non dovevo fare nessun esame. Successivamente le ho anche analizzate in profondità sia partecipando a convegni specifici e sia con le lezioni all'università come ho detto sopra. Valeria Viparelli, oggi Responsabile del Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II che è succeduta a lui per la cattedra di Letteratura latina penso che abbia offerto tratti reconditi del suo profilo.

Ecco come li presenta e chiedo scusa se li inserisco qui: «L'amore che per lo studio nutriva il Professore, quell'amore a cui per tanti anni ci ha educati, continua oggi a fiorire; la sua ombra passeggia tra noi a cui resta il compito di fare conoscere e far vivere tra le nuove generazioni le ragioni del Suo amore per i classici e per il mondo latino. Oggi il ricordarLo non incupisce nel richiamo alla Sua morte ma recupera la serenità e la gioia nella certezza della continuità dei valori umani e culturali a cui ci ha educato. Ne facciamo tesoro come di un'esperienza che può perdurare al di sopra di ogni tristezza e del trascorrere inarrestabile del tempo, e che si carica anche di qualcosa di più: deve diventare stimolo alla fiducia in un momento difficilissimo per l'Università e per i nostri studi» (4).

Il testo fa parte di "Ricordo di un Maestro" (s.v. nota 4), Atti della Giornata di "Studi su La poesia latina in esametri (in ricordo di Fabio Cupaiuolo)" tenutasi a Napoli l'11 maggio del 2007 per iniziativa del Dipartimento di Filologia Classica F. Arnaldi dell'Università degli Studi Federico II di Napoli.

Fabio Cupaiuolo era nato a Palermo il 12 febbraio del 1919 ed è morto a Napoli il 21 agosto del 2006. Si era laureato a Napoli il 22 novembre del 1940 in Letteratura latina con tesi su L'epistola di Orazio ai Pisoni (relatore: F. Arnaldi) con 110 e lode e con il 'diritto' di stampa. Nel 1952 consegue la libera docenza in Filologia classica e dall'a.a. 1952/1953 all'a.a. 1957/1958 è Lettore di latino all'Istituto Universitario Orientale di Napoli. La sua attività di studioso e di docenza è molto articolata, dall'a.a. 1964/1965 all'a.a. 1966/1967 è professore incaricato di Letteratura latina alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Messina. Nel 1969 viene chiamato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli, dove, divenuto professore ordinario nel 1971, vi rimane fino al collocamento in pensione avvenuto il primo novembre del 1996.

Ha pubblicato vari articoli e libri anche a livello didattico come manuali. Nel 1971 ha fondato il Bollettino di Studi Latini (Napoli, Libreria Scientifica Editrice fino a al 40°, Società Editrice Napoletana fino al 1986, Casa Editrice Loffredo dal 1987) del quale assume la direzione responsabile e recensisce opere e passa in rassegna alcune riviste. Nel 1989 con Giovanni Cupaiuolo (suo figlio) fonda e dirige la collana Studi latini (Napoli, Loffredo) giunta ora al 60° numero. Era uno studioso dell'esametro che, "come la parola stessa dice", è quel verso di sei misure e cioè di sei piedi che in generale ha i primi 4 che possono essere dattili o spondei ed il quinto di regola dattilo mentre il sesto è un piede bisillabo e quindi spondeo o anche trocheo ed ha nell'insieme dalle 13 alle 17 desinenze (5). Nelle lezioni ne parlava anche se non approfondiva molto, le lezioni alle quali ho partecipato erano in prevalenza su autori in relazione ai fenomeni degli stili letterari ma con la presentazione delle loro opere. Al riguardo ricordo i suoi flash e anche robuste digressioni sui vari quadri storici, in particolare quelli del I sec. a. C.: "lezioni nella lezione". Sui temi dell'esametro nel 1997 ha pubblicato "Osservazioni e divagazioni sull'esametro dell'Epistola ai Pisoni di Orazio" (6) e "Esametro", voce dell'Enciclopedia oraziana (7).


*) Si ringrazia per la pubblicazione delle foto e per le notizie biografiche e anche per articoli ricevuti, Giovanni Cupaiuolo. Per la bibliografia di riferimento si ringrazia la Biblioteca Multimediale Giuseppe Lesca del Comune di San Benedetto del Tronto, Barbara Domini, Responsabile U.O. Servizi Bibliotecari, Raffaella Lamponi, Responsabile Prestito Interbibliotecario e Document Delivery.

1) AA.VV. Atti del Convegno Internazionale 11-15 novembre 1979, La Regione sotterrata dal Vesuvio - Studi e Prospettive, Napoli 1982.
2) op. cit. nota1 a p. XXVII (cronaca) l'elenco completo: erano 16.
3) FABIO CUPAIUOLO, Lineamenta Litterarum Latinarum - Profilo letterario e antologia di pagine critiche, Firenze 1973.
4) VALERIA VIPARELLI, Bollettino di Studi Latini n.37, Napoli 2007, pp.494-496.
5) VITTORIO TANTUCCI, Urbis et Orbis - Lingua (corso di latino), Bologna Ristampa: maggio 2001, p. 451.
6) FABIO CUPAIUOLO, Bollettino di Studi Latini n. 27 Napoli 1997 pp. 407-420.
7) FABIO CUPAIUOLO, Enciclopedia oraziana, Roma 1997, a cura Istituto dell'Enciclopedia Italiana II, pp.828-830).


SUMMARY: A memory of Fabio Cupaiuolo, professor of Latin at the University of Naples Federico II between 1979 and 1980. The author attended his lectures that were on Latin authors and their works. During his lectures also flash and digressions to explain to hexameter especially Horace. In this article, the author also speaks of his books and articles.

 

28/08/2015





        
  



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Fabio Cupaiuolo

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