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“Io sono come tu mi guardi”. Lo spettacolo di Roccarosa sarà in scena anche in terra marchigiana

Ascoli Piceno | L'Opera viene definita:"un delicatissimo esempio di parola in movimento, di parola in musica". Un'idea nata nel 2007 e che ha preso forma grazie all’incontro di William Cabiddu e alla straordinaria presenza della ballerina internazionale Mizar Tagliavini.

di Antonio De Signoribus

Spettacolo - Mizar Tagliavini

Ho ho avuto il piacere di vedere, in anteprima, lo spettacolo ROCCAROSA, ovvero un delicatissimo esempio di parola in movimento, di parola in musica, ho visto il cammino di due solitudini divorate dalle ferite del passato, e una resistenza al culmine della passione.

Ebbene, sono stato davvero folgorato dalla bellezza di questo lavoro, che mi ha fatto conoscere, attraverso la danza, il linguaggio nascosto e l'anima di una ballerina straordinaria, Mizar Tagliavini. "Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare", scrive il grande filosofo Nietzsche.

E ancora, attraverso le parole della celebre ballerina statunitense, Isadora Duncan: "Per me la danza, è non solo un'arte che permette all'anima umana di esprimersi in movimento, ma è anche la base di tutta una concezione di vita, più flessibile, più armonica, più naturale". Non si può, dunque, non credere a quest'arte che trasmette emozioni infinite.

E Mizar, con il suo spettacolo, ne trasmette davvero tante, che scuotono. Mizar Tagliavini è molto giovane, eppure il suo curriculum è già ricchissimo. Voglio solo ricordare, che si è laureata in Francia, che ha ottenuto l'Eat dal Ministero della Cultura francese superando l'esame finale all' Operà di Paris. E che, in qualità di performer e solista, collabora attivamente con il balletto di Spoleto di Marco Schiavoni e di Caterina Genta. Che ha girato già mezzo mondo, e che è anche insegnante di danza e coreografa. 
Le ho rivolto alcune domande su Roccarosa, la sua ultima, poetica, creazione, che tra non molto la vedrà impegnata su più fronti.

Come è nata l'idea di questo interessante spettacolo?

"L'idea nasce nel 2007, dopo aver visto un catalogo contenente i quadri della pittrice Florinda Recchi, dal titolo "Pupurea. Una passione". Il catalogo contiene, inoltre, alcuni testi poetici, creati appositamente per le tele, da Morelli e da Pierantozzi. Il desiderio di poter mettere in scena uno spettacolo con relativa mostra della pittrice è rimasta in stasi fino al luglio 2013 per mancanza di fondi, tempo e collaboratori, che desiderassero avventurarsi nel progetto. Per una serie di circostanze fortuite, il progetto mi è tornato alla mente ed ha iniziato a prendere vita e forma grazie all'incontro con William Cabiddu, un amico ed un allievo, che non si era mai occupato nei suoi 36 anni di vita, di danza contemporanea".
  

Il tema di Roccarosa?

"Parla dell'incontro di due solitudini che s'innamorano, che si scelgono - "Io sono come tu mi guardi" - e decidono di accompagnarsi nell'avventura della vita perché riconoscono che la loro compiutezza umana e creativa passa attraverso lo sguardo dell'altro". E' un tema molto difficile, dove spesso si scivola nei luoghi comuni e nella retorica.

Come hai deciso di trattarlo?

"Ho deciso di voler raccontare un amore con verità, senza cliché, accettando una delle sfide più difficili che mi sia accinta a trasporre scenicamente: un sentimento vecchio quanto il mondo e all'origine della creazione stessa, l'amore che muove l'universo...Qualcosa che ciascuno bene o male, in modo distorto o malato, in modo pieno e sano ne ha fatto esperienza, il desiderio del "per sempre" come esigenza fondamentale. Da bambini a vecchi, l'essere amati è un'esigenza che costituisce il cuore dell'uomo per crescere e maturare, è un livello fondamentale dell'umanità.

Il rapporto di coppia è un rapporto identificatorio, è il rapporto dell'identità adulta, il rapporto dei rapporti, il vero rapporto di alterità: un io accanto all'altro che scopre in maniera totale e suggestiva, che tutto il proprio essere si realizza pienamente nello sguardo dell'altro. Una povera donna piena di limiti ed inadempienze, con tutti i suoi desideri, con tutto quel che può credere di fare nella vita, prende un uomo che è come lei, un povero essere pieno di limiti, di difetti, di desideri; si prendono come sposi e trasformano il proprio limite in bellezza, grandezza, dignità: "io senza di te non sono più io".

All'interno di Roccarosa vi è il desiderio di tornare all'essenziale, all'origine del rapporto uomo-donna e a come l'unione tra due individui sia il tramite per un senso creativo dell'esistenza... "Come donna e come artista, che negli anni ha scoperto la propria vocazione nell'essere creativa, mi sono interrogata realmente sui temi della coppia, della famiglia, dei figli...nel 2014 è ancora attuale parlare di un "amore per sempre" o è solo una favola per bambini? Roccarosa vuole aprire spunti di riflessione su questa domanda partendo dai desideri che io e William abbiamo e dall'esperienza personale che ciascuno di noi ha fatto nelle proprie rispettive vite".


Il linguaggio di Roccarosa è molto suggestivo, molto forte, "appartiene al teatro-danza e trova appoggio sul mondo simbolico e psicologico mio e dei miei collaboratori. Le videoproiezioni, la musica dal vivo, la tela in scena...Ogni oggetto ha un suo particolare significato ed è posto in quello spazio ed in quel tempo per ragioni specifiche che attingono al senso che desideravo cercare di restituire. Tutti i gesti danzati nascono dal lavoro sul testo e sono riconducibili a parole ben precise.

Con questo non ho la presunzione che tutto sia analiticamente comprensibile ma ho la speranza che un lavoro così meticoloso crei una suggestione che possa arrivare a toccare l'animo dello spettatore. La mia linea guida è stato il "necessario".
Una parte notevole hanno avuto anche le musiche di Y. Tiersen,B. Crain, J. Kent, M. Richter, e i testi e le canzoni originali create da William Cabiddu".

04/03/2014





        
  



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