Inaugurazione della Casa Museo Osvaldo Licini
Monte Vidon Corrado | La dimora settecentesca ristrutturata diventerà spazio per mostre d’arte internazionale.
La presentazione dell'evento si è svolta questa mattina in Regione alla presenza dell'assessore alla Cultura, Pietro Marcolini, dell'assessore alla Cultura della Provincia di Fermo, Giuseppe Buondonno e del Sindaco di Monte Vidon Corrado, Andrea Scorolli.
"Questo restauro e l'apertura al pubblico della dimora di uno dei più grandi artisti figurativi marchigiani - ha sottolineato Marcolini - è il frutto di una collaborazione tra Regione, Provincia di Fermo e Comune di Monte Vidon Corrado, che testimonia come sia possibile attraverso l'investimento nella cultura onorare la memoria di uno dei figli maggiori di questa terra e insieme creare uno spazio vivo, di ricerca, di fruizione, di attrazione turistica e di relazioni culturali qualificate nazionali ed europee. La fama di Licini cresce sempre di più, interprete unico dello spirito marchigiano e artista in linea con le esperienze più avanzate delle avanguardie novecentesche. Alla flebile considerazione di cui godette in vita corrisponde oggi e ci auguriamo nel futuro, anche grazie a questo intervento, una proiezione e un interesse del tutto nuovi. Il Centro Studi che animerà la casa-museo dell'artista ha già dato prova di saper fare molto bene in questa direzione".
Osvaldo Licini, pittore astrattista, uno dei massimi esponenti del Novecento europeo, è indubbiamente il genius loci di Monte Vidon Corrado: la sua casa conserva negli arredi, negli oggetti, negli abiti appartenuti all'artista - generosamente donati dalla figlia adottiva della moglie, Caterina Celi Hellström - l'intensità di un vissuto forte, profondo, volontariamente trascorso tra quelle mura che si affacciano sul sinuoso paesaggio collinare sovrastato da un'immensa porzione di cielo.
La dimora padronale settecentesca è strutturata su tre livelli: estremamente suggestiva è la cantina, dove si dice Licini tenesse le riunioni politiche; al secondo livello vi è la zona giorno che comprende anche un'ampia sala dove custodiva le sue opere; la cucina, così come il bagno al piano superiore, presentano nell'arredo e nell'organizzazione dello spazio una grande modernità probabilmente dettata dal gusto nordico di Nanny, la consorte svedese anche lei pittrice. Salendo le scale si compie una sorta di "scalata al cielo": alzando lo sguardo, sul soffitto, si ammira la pittura murale realizzata da Licini agli inizi degli anni Quaranta sui toni freddi dell'azzurro e del grigio, in cui le linee sinuose evocano traiettorie astrali in uno spazio selenico. Sul terzo livello vi è la zona notte e lo studio con i cavalletti, i colori, la scrivania incrostata di impasti cromatici. È il piano più luminoso, in cui si aprono molte finestre sul paesaggio collinare: guardando oltre i vetri è facile riconoscere scorci riproposti nei dipinti. La camera di Licini è in stile costruttivista, sulla parete a cui è addossato il letto c'è un' "archipittura" giocata su di un modulo triangolare bianco, profilato di arancio su fondo nero. Queste conservate nella casa sono le uniche pitture su muro realizzate da Licini.
In occasione dell'apertura della casa museo saranno esposti non solo i disegni dell'artista donati da Caterina Celi Hellström che costituiscono la collezione permanente del Centro Studi Osvaldo Licini, ma anche alcuni dipinti dell'artista di collezione privata. La casa museo e soprattutto lo spazio della cantina, ospiteranno mostre di arte contemporanea o legate all'arte del Novecento.
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11/12/2013
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