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L'"Opus Reticolatum" di Porta Romana: la morte dopo duemila anni

Ascoli Piceno | Il presidente di Italia Nostra segnala alle autorità il degrado del muro di cinta della città: "se mancano i soldi per intervenire coinvolgete le associazioni culturali".

Il degrado dell'Opus Reticolatum

Continua l'opera di segnalazione e sensibilizzazione verso il degrado dei monumenti del centro storico di Ascoli ad opera dell'associazione Italia Nostra.
Oggi il presidente Gaetano Rinaldi ha di nuovo scritto alle autorità competenti le preoccupanti condizioni di un'altra testimonianza storica di grande importanza.

Si tratta del muro che da circa duemila anni è presente all'altezza della Porta Gemina, nella parte ovest della città, da dove transitavano coloro che provenendo dalla capitale dell'impero, dopo aver percorso la strada consolare Salaria, entravano in Ascoli.

"In particolare - spiega Rinaldi - la magica immagine del perfetto "opus reticolatum", superate l'ingiuria del tempo e la pretesa inciviltà dei secoli bui, negli ultimi si sta letteralmente dissolvendo, proprio nell'epoca in cui la nostra ricchezza sembra aumentata enormemente e quando, almeno a parole, ripetiamo che è cresciuta l'ipotetica maggior consapevolezza dell'esigenza di tutelare e conservare le nostre sacre memorie".

Dal muro, viene segnalato nella lettera, si staccano man mano alcuni tasselli di pietra, cadono per terra e poi scompaiono miserevolmente. Si aprono quindi dei buchi sempre più ampi e se non si interverrà immediatamente, scomparirà un altro pezzo della nostra storia e memoria.

"Può darsi che manchino le risorse per un intervento immediato - dicono da Italia Nostra - E nessuno come noi comprende come ciò sia motivo di dolore e preoccupazione per tutti, in particolare per chi è preposto alla custodia e conservazione di questi beni. Pure riteniamo che si debba fare qualcosa senza aspettare che la situazione diventi irreversibile. Riteniamo che l ‘Amministrazione Comunale e la Soprintendenza Archeologica, di concerto, debbano con l'urgenza che il caso richiede, individuare le forme di intervento più efficaci per bloccare questa condizione di degrado, recuperare il salvabile, metter in sicurezza il sito".

Conclude Rinaldi: "Se non fosse possibile alcun intervento per l'assoluta mancanza di mezzi e attesa l'estrema urgenza del caso si potrebbe eventualmente pensare a coinvolgere, per lo svolgimento dei lavori, le Associazioni Culturali locali e i cittadini sensibili, pur presenti nel nostro territorio, naturalmente con il coordinamento e le indicazioni della competente Soprintendenza. La Nostra Associazione già da ora conferma la sua completa disponibilità a partecipare a questa opera di civiltà".

28/04/2011





        
  



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