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"Il monachesimo nelle Marche": un'emozionante viaggio nella tradizione

Offida | Promosso dalla Regione Marche e realizzato dalla Comunità Montana Esino-Frasassi, la mostra si scopre tra testi e immagini alla riscoperta della millenaria tradizione e l’intensa spiritualità della nostra regione.

di Redazione

Dall'Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale, ad Amandola, dove si è tenuta dal 1° al 12 settembre la mostra itinerante "Il monachesimo nelle Marche" si sposta nell'Abbazia di Santa Maria della Rocca di Offida, con la cerimonia d'inaugurazione prevista per venerdì 26 settembre alle ore 18.
In questo contesto, storie e luoghi di una tradizione profondamente viva nella nostra regione, rivivranno grazie al sussidio di oltre 20 pannelli e 100 foto che raccontano origini, vicende, luoghi, tradizioni ed i tanti volti del fenomeno monachesimo che a partire dal VII - VIII secolo, sviluppandosi in magnifici percorsi vallivi e lungo affascinanti quanti antichi tracciati viari romani, ha interessato tutte le Marche.

Vivo interesse di pubblico (centinai i visitatori in tutti i precedenti luoghi di culto) e di critica ha creato l'evento iniziato nell'Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra a Tolentino, dal 1 al 10 agosto, proseguito nell'Abbazia di San Michele Arcangelo, a Lamoli, dal 15 al 24 agosto ed ora in procinto di aprire i battenti a Santa Maria della Rocca di Offida, dal 26 settembre al 19 ottobre.

"Il Monachesimo è stato un processo temporale" spiega Costanza Costanzi, coordinatrice scientifica di questo appuntamento "che ha modificato non solo i paesaggi, con le imponenti opere di bonifica attuate dai monaci, ma anche il tessuto economico, sociale e culturale del nostro territorio. L'ambiente, l'arte, il folclore e la tradizione eno-gastronomica rivelano ancora oggi - aggiunge - il legame profondo con una tradizione religiosa e spirituale che trova le sue radici principalmente nella matrice benedettina e nella diffusione della sua regola".

Come dato statistico la Costanzi, cita "Le quasi 100 abbazie, presenti nelle Marche durante il periodo di massima espansione del monachesimo: IX-XIV secolo, ancora in buona parte visitabili. Veri e propri centri di potere e centri di propulsione culturale, per i legami mai interrotti con le rispettive chiese madri e il ruolo che gli stessi monaci ebbero nella diffusione dei testi scritti come anche dei saperi pratici (tecniche agricole, medicina, cucina, ecc.), condivisi con le locali comunità. Le stesse abbazie - termina la curatrice - sono anche capolavori di un'architettura sobria che, nello spirito del monachesimo, ben s'inserisce nel paesaggio divenendone parte integrante".

Le notazioni dell'esperta, fanno capire portata e valenza di quest'appuntamento promosso dalla Regione Marche e realizzato dalla Comunità Montana Esino-Frasassi.

"Rendez-vous con la storia e la cultura della nostra terra" sono parole del Commissario Presidente della C.M. Esino Frasassi, Fabrizio Giuliani "giocato su più tappe espositive che consentono ricostruzioni del passato nei territori in cui questa realtà è ancora profondamente viva e si rivela ai nostri occhi portatrice di straordinari valori di attualità. Il percorso - tiene ad evidenziare - è articolato in cinque sedi, una per provincia, e dal 1° agosto si concluderà nell'Abbazia di Sant'Elena di Serra San Quirico il 16 novembre prossimo".

In conclusione, va ricordato che i contenuti della mostra, di carattere didattico, sono corredati da un ricco apparato fotografico a cura del Servizio Cultura della Regione Marche con il coordinamento scientifico, della dottoressa Costanzi.

"Un lavoro a più mani" è ancora questa ultima a parlare "articolato in Sei sezioni espositive, che mettono a fuoco i molteplici aspetti del fenomeno del monachesimo. dalle antiche origini alla derivazione orientale, dalla regola e la vita nei monasteri al rapporto con la natura e il paesaggio, dalla ricchezza delle forme architettoniche e degli apparati scultorei alla tradizione degli amanuensi gli scriptoria e l'iconografia dei tanti santi benedettini della nostra regione ed, infine, la ricca tradizione monastica femminile".

Utile ricordare, che la mostra a Santa Maria della Rocca rimarrà aperta dal lunedì al giovedì dalle 9,30 alle 13. Venerdi, sabato e domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 19.

24/09/2008





        
  



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