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Celebrato a Teramo il Giorno del Ricordo, per onorare i Martiri delle foibe.

Teramo | Celebrato a Teramo il Giorno del ricordo in via Norma Cossetto, medaglia d’oro al valor civile: evento organizzato dal Comitato provinciale “10 Febbraio” e dal Comune di Teramo. Primo capoluogo di Provincia in Abruzzo ad onorare la memoria degli infoibati

di Nicola Facciolini

E’ stato celebrato sabato 9 febbraio 2008 a Teramo il “Giorno del ricordo”, grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale e del Comitato provinciale “10 Febbraio”. Una cerimonia sicuramente importante per la comunità aprutina si è svolta a piano d’Accio, precisamente in via Norma Cossetto, Medaglia d’oro al valor civile, giovane italiana uccisa dai partigiani comunisti titini: con la deposizione di una corona d’alloro ai martiri italiani, istriani e dalmati.

Teramo è stato il primo capoluogo di Provincia, in Abruzzo, ad onorare nel 2008 la memoria dei Martiri delle foibe, evento storico rimarchevole. Alla presenza del sindaco di Teramo, Gianni Chiodi, del vice sindaco Berardo Rabbuffo e dei rappresentanti provinciali del Comitato 10 Febbraio, è stato intonato l’Inno Nazionale.

Per il quarto consecutivo, l’evento è stato organizzato dal Comitato provinciale “10 Febbraio” che ha ringraziato i teramani e dal Comune di Teramo. Con la legge 30 marzo 2004 n. 92, la Repubblica italiana ha riconosciuto il 10 Febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Una tragedia che si è consumata su due fronti: eliminazione fisica e esodo. Le uccisioni e il fenomeno dell'esodo, determinato questo sia dal terrore psicologico delle foibe sia dalle deportazioni e dalla perdita della cittadinanza e della propria cultura, hanno riguardato indistintamente militari e civili, vittime del comunismo titino.

I cittadini auspicano che anche quest'anno a Teramo e in Provincia siano previste, sulla base della citata legge, una serie di iniziative - studi, convegni, incontri e dibattiti - per promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado, tra i giovani, attraverso la conoscenza di tali tragici eventi di pulizia etnica ad opera dei partigiani comunisti iugoslavi e del conseguente esodo degli istriani, una coscienza civile che favorisca il superamento della “'cultura”' del pregiudizio e dell'odio.

Odio, pregiudizio e complicità che in Europa, negli Anni ’90 del XX Secolo, hanno condotto alla nuova tragedia iugoslavia e al massacro (tra il 10 ed il 19 luglio del 1995) di migliaia di persone nella città bosniaca di “Srebrenica che è diventata il simbolo del male. La si descrive comunemente come "un orrore senza paralleli nella storia europea dalla seconda guerra mondiale" con l'esecuzione a sangue freddo "di almeno ottomila uomini e ragazzi musulmani". (“La politica del massacro di Srebrenica”, di Edward S. Herman).

La scuola, che è il luogo della conoscenza e dell'istruzione, ha anche l'alto compito di formare i giovani per la vita, di favorire lo sviluppo del senso civico, di educarli ai valori della cittadinanza, della pace e della solidarietà. Il nostro auspicio è che le istituzioni scolastiche e, in particolare, i docenti promuovano, nell'ambito dei percorsi didattici e dell'offerta formativa, momenti di studio, di riflessione sul rispetto della persona, delle diversità e della collaborazione e solidarietà tra i popoli al fine di superare pregiudizi e odi di parte.

“Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero” (art. 1, comma 2).

La celebrazione del Giorno del ricordo, recuperando una parte della storia del popolo italiano, può essere l'occasione per conoscere e per capire: conoscenza e comprensione sono infatti le basi da cui partire per sentirsi integralmente cittadini. L'Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro.

10/02/2008





        
  



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