Chiusura Industrie Tessili Valfino
| TERAMO - La solidarietà di Forza Italia ai 200 lavoratori e agli imprenditori
La sinistra provinciale e regionale continua a far sgranare il “rosario” dei propri fallimenti politici ed economici, ai lavoratori della provincia di Teramo. L’ultima “decina”, in ordine di tempo, l’hanno dovuta “recitare” i 200 lavoratori delle Industrie Tessili Valfino. La chiusura dell’azienda completa, a suon di “mea culpa” di una sinistra pronta a giustificarsi e riciclarsi al suo interno come un camaleonte, una lunga agonia nella perversa spirale di povertà in cui sta sprofondando la nostra provincia.
Forza Italia esprime la propria solidarietà ai 200 lavoratori dell’Azienda che, senza un “miracolo” dell’ultima ora, potrebbe davvero chiudere i battenti per sempre. Comprendiamo la rabbia, la delusione, lo sconforto delle lavoratrici, dei lavoratori e degli imprenditori delle I.T.V..
Di quale “rincrescimento” parlano gli amministratori provinciali e i sindacati di sinistra di Teramo, per non aver conosciuto in tempo reale gli esiti dell’evoluzione aziendale? Tutto questo è francamente incredibile: se le speranze dei 200 operai delle I.T.V. stanno per andare in fumo, segnando la fine della ripresa economica di un settore così strategico come l’industria manifatturiera, le responsabilità vanno senz’altro addebitate a una classe politica provinciale e regionale di sinistra, insensibile e inefficiente, priva della benché minima visione politico-programmatica che ponga al centro della propria azione di governo del territorio e degli interessi collettivi, il rispetto per il lavoratore e l’impresa.
L’assenza della politica è stata decisiva.
Una situazione giudicata anche dai sindacati “gravissima sia sul piano economico, ma soprattutto occupazionale in merito alla quale - sempre secondo il parere dei sindacati - c’è una precisa responsabilità del Governo centrale in quanto nonostante la società fosse dallo stesso partecipata non ha posto in essere degli interventi finalizzati al sostegno ed al rilancio dell’azienda”.
Forza Italia ritiene che il progetto di ripresa dell’attività industriale non debba essere assolutamente abbandonato poiché ad esso è legata non solo la continuità occupazione dei 200 dipendenti ma anche il futuro della Val Fino e del Piano strategico della Città e della Provincia di Teramo, la cenerentola d’Abruzzo.
Forza Italia chiede fortemente un Tavolo tra i responsabili pubblici e privati delle Industrie Tessili Valfino, la Provincia di Teramo, la Regione Abruzzo e il Ministero delle Attività Produttive, per la ripresa dell’attività industriale, attraverso l’innovazione tecnologica del settore. Occorre promuovere una Programmazione d’Area vasta che riguardi in maniera specifica i centri delle vallate del Fino, del Tordino e del Vibrata.
Il fallimento dell’attuale piano territoriale provinciale non è un buon segno. La Provincia non sta già svolgendo, come invece va propagandando, quel ruolo di coordinamento territoriale e di programmazione che dovrebbe costituire una sua competenza primaria. E’ bene che i lavoratori ne siano consapevoli. Occorre disegnare in maniera integrata le infrastrutture e le funzioni economiche ed urbanistiche delle tre vallate, introducendo fattori di innovazione tecnologica capaci di attrarre nuove imprese che siano davvero competitive sul piano nazionale e internazionale.
Una via obbligata, dopo l’ennesimo fallimento della sinistra provinciale e regionale.
Forza Italia esprime la propria solidarietà ai 200 lavoratori dell’Azienda che, senza un “miracolo” dell’ultima ora, potrebbe davvero chiudere i battenti per sempre. Comprendiamo la rabbia, la delusione, lo sconforto delle lavoratrici, dei lavoratori e degli imprenditori delle I.T.V..
Di quale “rincrescimento” parlano gli amministratori provinciali e i sindacati di sinistra di Teramo, per non aver conosciuto in tempo reale gli esiti dell’evoluzione aziendale? Tutto questo è francamente incredibile: se le speranze dei 200 operai delle I.T.V. stanno per andare in fumo, segnando la fine della ripresa economica di un settore così strategico come l’industria manifatturiera, le responsabilità vanno senz’altro addebitate a una classe politica provinciale e regionale di sinistra, insensibile e inefficiente, priva della benché minima visione politico-programmatica che ponga al centro della propria azione di governo del territorio e degli interessi collettivi, il rispetto per il lavoratore e l’impresa.
L’assenza della politica è stata decisiva.
Una situazione giudicata anche dai sindacati “gravissima sia sul piano economico, ma soprattutto occupazionale in merito alla quale - sempre secondo il parere dei sindacati - c’è una precisa responsabilità del Governo centrale in quanto nonostante la società fosse dallo stesso partecipata non ha posto in essere degli interventi finalizzati al sostegno ed al rilancio dell’azienda”.
Forza Italia ritiene che il progetto di ripresa dell’attività industriale non debba essere assolutamente abbandonato poiché ad esso è legata non solo la continuità occupazione dei 200 dipendenti ma anche il futuro della Val Fino e del Piano strategico della Città e della Provincia di Teramo, la cenerentola d’Abruzzo.
Forza Italia chiede fortemente un Tavolo tra i responsabili pubblici e privati delle Industrie Tessili Valfino, la Provincia di Teramo, la Regione Abruzzo e il Ministero delle Attività Produttive, per la ripresa dell’attività industriale, attraverso l’innovazione tecnologica del settore. Occorre promuovere una Programmazione d’Area vasta che riguardi in maniera specifica i centri delle vallate del Fino, del Tordino e del Vibrata.
Il fallimento dell’attuale piano territoriale provinciale non è un buon segno. La Provincia non sta già svolgendo, come invece va propagandando, quel ruolo di coordinamento territoriale e di programmazione che dovrebbe costituire una sua competenza primaria. E’ bene che i lavoratori ne siano consapevoli. Occorre disegnare in maniera integrata le infrastrutture e le funzioni economiche ed urbanistiche delle tre vallate, introducendo fattori di innovazione tecnologica capaci di attrarre nuove imprese che siano davvero competitive sul piano nazionale e internazionale.
Una via obbligata, dopo l’ennesimo fallimento della sinistra provinciale e regionale.
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08/09/2006
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