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Sacconi commemorato a cento anni dalla sua morte.

Ascoli Piceno | Autorità, architetti e cittadini, rendono onore alla memoria dell’illustre marchigiano, rivalutandolo.

di Anna Laura Biagini

 

Sabato 1 Ottobre all’Auditorium Carisap di Ascoli Piceno, si è tenuto un incontro di riflessione sull’operato di Giuseppe Sacconi, architetto marchigiano divenuto famoso per il progetto del Vittoriano, di cui quest’anno cade il centenario della morte. La manifestazione che il 30 Settembre si è svolta anche a Montalto, paese d’origine di Sacconi, è stata promossa dall’Inarch Marche, l’istituto di architettura fondato nel 1959, che è luogo d’incontro per tutti gli addetti al processo edilizio e per chi ha interesse a dibattere tematiche architettoniche, urbanistiche e ambientali. L’evento si è avvalso anche dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e del Patrocinio della Regione Marche, della Provincia e Comune di Ascoli, del Comune di Montalto Marche, della Fondazione Carisap e dell’Assindustria di Ascoli.

Hanno aperto l’incontro i saluti delle autorità. Il Vicepresidente della Giunta Provinciale Emidio Mandozzi, che ha ricordato il talento di Sacconi, “uomo immerso nel suo tempo” e che ha invitato i giovani aspiranti architetti a seguire il suo esempio, “per riuscire a fare molto”; a seguire il sindaco di Ascoli Ing. Piero Celani, che ha rivolto dei complimenti sia all’Inarch “per l’incentivo che dà all’architettura, che mi è utile come ingegnere e come sindaco”, sia all’eclettico e versatile Sacconi, di cui dichiara il sindaco, “amo particolarmente i disegni. Siamo fortunati a custodirne due nella pinacoteca civica”. Un breve saluto anche dal rappresentante della famiglia Sacconi, il Dott. Vittorio Vitalini Sacconi, bisnipote dell’architetto, che da sempre si occupa dell’operato del bisnonno.

Si sono poi avvicendati i relatori, con interventi su Sacconi, sul suo tempo e sulle sue opere. La prima a prendere la parola è stata l’Arch. Maria Luisa Polichetti, Presidente della Sezione Marche dell’Inarch, che ha illustrato i propositi dell’associazione nel coniugare “fase progettuale e produzione, azione critica alla tecnica” affinchè si raggiungano opere di qualità, si promuova l’architettura e il dialogo tra tutti gli attori del processo di trasformazione del territorio. Aggiunge poi la Presidente, che “il clima culturale di Ascoli è da sempre molto attento all’architettura e la facoltà universitaria ne è la prova”. L’Inarch poi ricorda l’architetto, “porta avanti diversi progetti tra cui, “La buona pratica dell’architettura”, la creazione di un Urbancenter regionale, la diffusione delle peculiarità del territorio marchigiano e il valore della memoria dall’unità d’Italia ad oggi”. Proprio all’interno di quest’ultimo progetto s’inserisce l’omaggio a Sacconi, che fu architetto ideale, riuscendo ad unire progettualità, arte e genio, regalando emozioni.

E’ d’accordo l’Arch. Gian Carlo Càpici, Vicepresidente Inarch, che a Sacconi ha dedicato una pubblicazione recente, “Giuseppe Sacconi e Vittoriano nella Terza Roma”, edito da Pilædit. Nel libro Càpici ripercorre brevemente la vita di Sacconi, di come giovanissimo vinse il concorso per il progetto del Vittoriano e poi si addentra nei retroscena della costruzione del monumento, indagando là dove i testi classici hanno sorvolato, come la trasformazione che Roma Capitale stava subendo in quegli anni. Dice inoltre Càpici, “volontariamente ho evitato il dibattito sulla qualità dell’opera, favorevole o contrario, non vorrei parlarne è il mio esordio”.
Si schiera invece il Prof. Arch. Paolo Marconi, secondo cui “il Vittoriano è brutto, ma non merita di essere distrutto. Pochi hanno tenuto in considerazione il genio di chi l’ha costruito, la sua conoscenza perfetta degli stili che memorizzò disegnandoli, mentre studiava alla Scuola d’Arte. Cosa posso dire di Sacconi, se non che fu un appassionato”.

Sulla giovanissima età dell’architetto e sull’epoca storica in cui operò, invita a riflettere la Prof. Maria Luisa Neri, docente alla Facoltà di Architettura di Ascoli. Tracciando per sommi capi la situazione storica, politica e culturale dell’Italia di fine ‘800, la Prof. Neri dà un quadro completo dell’ambiente che circondò Sacconi, evidenziando come egli fu in linea con l’epoca, tentando di infondere allo stile scelto per la sua opera, tutto il simbolismo utile a dare unità, a rappresentare uno stato vero solo sulla carta. Conclude il ciclo di interventi l’Arch. Umberto Alesi, Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Alesi riporta il discorso alla contemporaneità, lanciando a conclusione della riflessione, tre sfide di cui Sacconi è il portatore. “Primo puntiamo sulla formazione come anche lui fece, educando architetti completi e preparati, secondo che gli operatori del campo abbiamo padronanza delle tecnologie e soprattutto delle nuove, sapendole unire ad altre discipline; terzo apriamo un continuo confronto con le presistenze storiche rilevanti. E su questo ultimo punto chiedo collaborazione all’Inarch, affinchè collaborando ci possa essere l’auspicato rinnovamento del prodotto, che non c’è da 50 anni, e che esso sia di qualità”.

 

02/10/2005





        
  



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