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Mostra fotografica di Gabriele Viviani: “Tè con le pietre”

Ascoli Piceno | La mostra sarà dedicata alla Beata Madre Teresa di Calcutta e sarà esposta al Teatro Parrocchiale Ss. Simone e Giuda – Dal 29 Maggio al 6 Giugno.

In occasione della XXV Festa di Monticelli, verrà inaugurata sabato 29 maggio alle ore 18.00 e resterà aperta ai visitatori fino a domenica 6 giugno, la mostra fotografica dedicata alla Beata Madre Teresa, “Tè con le pietre”, di Gabriele Viviani, fotografo originario di Monticelli. Viviani, ormai affermato in Italia e nel mondo, collabora con le più importanti case editrici cattoliche in Italia e importanti riviste come il quotidiano Avvenire e Famiglia Cristiana. Ha seguito, come inviato speciale, la guerra nei Balcani e attualmente quella in Palestina. Ha collaborato per anni - e ancora oggi collabora - con la chiesa brasiliana nel campo sociale dei Meninos de Rua. Ha fatto esposizioni con immagini per la pace a Firenze e a Gaeta.
 
A Praga, per il card. Vlk, ha realizzato un volume fotografico sulla storia della Chiesa Ceca e la chiesa polacca. Il volume è stato donato al Santo Padre in visita a Praga il giorno del suo compleanno il 18 maggio 1995. E' in lavorazione un volume fotografico sul vangelo con Vito Magno sacerdote giornalista di Radio RAI. Collabora con la trasmissione “A SUA IMMAGINE” di RAIUNO. Ha realizzato la raccolta fotografica “LE SENTINELLE DEL MATTINO” sul Giubileo 2000 a Roma. Ultimi reportage a Calcutta e in Palestina.
 
La mostra che realizzerà nel teatro parrocchiale sarà dedicata a Madre Teresa di Calcutta con immagini inedite che Viviani le ha scattato quando la Madre venne a Roma nel 1995 e, attraverso alcuni scatti del recente reportage a Calcutta, cercherà di mostrare come la sua missione viene continuata ancora oggi dalle Missionarie della Carità fondate da Madre Teresa. Le opere in mostra a Monticelli, tra l’altro, saranno messe in vendita ed il ricavato verrà donato per sostenere le attività delle Suore a favore dei più poveri.
 
Abbiamo chiesto a Viviani di dirci qualcosa delle immagini scattate a Calcutta e di spiegarci il titolo dato alla Mostra: “Ho visto solo amore negli occhi delle suore, un amore vero, concreto che abbraccia tutti e tutto. Sebbene abbia sempre spiegato le mie fotografie come ponti dove sopra passa la vita fatta d'amore, di gioie, di dolori è solo nei loro occhi che ho visto i veri obiettivi a fuoco solo sull'amore, solo su quella stupenda creatura chiamata uomo, fatta ad immagine e somiglianza di Dio. Nella loro mani ho visto concretizzarsi l'essenza del fare dell'uomo.
 
Sono le mani che sperimentano la meraviglia del tutto. Esse infatti non aspettano una vita intera perché avvenga un grande miracolo ma sono sempre attente a scoprire la meraviglia adesso, nel quotidiano: accarezzando un moribondo, un malato di aids o un bambino consumato dalla lebbra. Mi è piaciuto, a volte, non fotografare per soffermarmi a guardare una goccia d'acqua rigare il viso straziato di un moribondo, toccarla e sentirmi un mare, appoggiare il palmo della mia mano sul petto di un uomo prima che morisse e sotto la sua pelle denutrita scoprire un cuore che batte capace di farmi scoprire il miracolo più bello: scoprire la vita.
 
Non dimenticherò mai quando Nazif mi offrì un bicchiere di tè con dentro, non dei biscotti ma delle pietre di una cava, dove i bambini spaccano pietre per 10 ore al giorno. Le mani delle suore che stringono lebbrosi, accarezzano moribondi, puliscono dalle feci gente di strada, stendono riso e pane sono le nostre stesse identiche mani. Credo che il futuro e la bellezza dell'umanità sono tra le mani dell'uomo e sapere che in questo momento delle mani sane sono vicine a delle mani malate, sole, ferite rinnovano ogni volta in me l’immagine di due mani che hanno dato e tolto, accarezzato poveri e ricchi, sani e infermi, saggi e ignoranti, mani simili alle nostre: le mani di Dio”.

28/05/2004





        
  



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