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Bepi per sempre

| Per non dimenticare che l'affetto non si compra...

di Federica Poli

Loris Dominissini allenatore dell'Ascoli: esonerato.

Chi è il sogno proibito dei tifosi ascolani? Non è il supervincente Lippi, neanche la promessa Mancini, nemmeno l'ascolan-romano Mazzone ma sì, è il nostro Bepi. Il Pillon dei cuori bianconeri. Non sarà Superman, non sarà l'incredibile Hulk, non sarà neppure il mascherato Zorro, non sarà un superEroe né per struttura fisica (mi perdoni) né per baldanza caratteriale ma, ugualmente, ha conquistato tutti, grandi e piccini (mio nipote di due anni canta "Bepi Pillon nananana Bepi Pillon!").

Il suo entrare nelle nostre esistenze (di tifosi naturalmente), in punta di piedi, quasi chiedendo il permesso, il suo guardare negli occhi chi ha davanti, il suo essere gentilmente impacciato lo ha reso un intoccabile.

Col suo baffetto da buono, con la sua flemma alla Eriksson, col suo incedere elegante ci ha sbalorditi ed ha carpito il nostro affetto.

Era arrivato in sordina, dopo Simonelli che ha lasciato agli ascolani un ricordo di bel gioco, perciò nessuno avrebbe scommesso una lira (ancora non c'erano gli euro) su di lui.

Ricordo, quando due anni or sono, fece il suo ingresso per le porte marchigiane. Rimasi impassibile non sapevo quasi chi fosse e comunque il precedente trainer mi piaceva tantissimo, quindi, dentro di me non riponevo alcuna fiducia su questo semi-sconosciuto che si era permesso di rovinare tutto.

Mi sbagliavo!

L'Ascoli con lui ha iniziato a giocare bene in casa (un po' meno fuori!) e punto dopo punto siamo saliti in serie B e questa volta senza passare da Perugia. Così abbiamo conosciuto e ammirato un tecnico dalle grandi capacità che, non avendo un gran passato in serie cadetta, ha dovuto vincere lo scetticismo che lo attorniava ed ha portato i bianconeri l'anno scorso a salvarsi con largo anticipo. La mia più grande critica è stato il gioco poco offensivo nelle trasferte che però ha dato ragione al baffuto mister che il suo traguardo l'ha raggiunto e pure superato!

Ormai entrato nelle grazie degli ascolani era considerato uno di casa, malgrado quel contagioso accento veneto. Poi annunciata da una serie di tuoni, la tempesta: la partenza che preferisco non commentare.

L'Ascoli (non Ascoli) a questo punto sceglie Dominissini che, per carità, è un ottimo tecnico ha anche un che di signorile che un po' ci ricorda il caro Bepi, ma non è lui. In pochi mesi Loris non riesce ad entrare nei cuori di nessuno anzi si becca più critiche di quante effettivamente ne meriti. Colpa di chi? Ma di Pillon naturalmente! Come si è permesso di lasciare un così bel ricordo?

Al Presidente Benigni e alla figlia Giulia che, pubblicamente, si lamentano della poca affezione degli ascolani alla squadra quest'anno, vorrei, sempre pubblicamente, rispondere che l'affetto non si compra né si vende, l'affetto si conquista.

Bepi al secolo Giuseppe Pillon ci era riuscito.

Volete il cuore, il calore, la passione degli ascolani? Beh, ridateci il nostro allenatore. Quello che ci ha salutato con le lacrime agli occhi, quello che ancora oggi dopo essere stato trattato a pesci in faccia rivolge parole gentili all'Ascoli e ad Ascoli.

E invece no, si sceglie Ammazzalorso, che merita rispetto da parte mia e di tutti quelli che alla casacca bianconera sono vicini, ma non chiedeteci per favore di amare per forza.

Il compito del neo allenatore cinquantaduenne argentino sarà arduo, soprattutto, in questi momenti di pubblici proclami di ritorno in serie A. Come si può chiedere a quest'uomo che non ha mai allenato in B addirittura la serie A? E' una domanda che in molti si fanno. Forse la strategia di marketing dell'azienda richiede la promozione di un tecnico come "il Salvatore" per coprire il ricordo del "SuperEroe".

Così come quando arrivò il nostro Bepi è possibile che mi sbagli che stia parlando di un grandissimo mister che saprà portare il Picchio a giocare contro Milan, Lazio e Juventus ma io sono come San Tommaso: "Se non vedo non credo!" .

La mia non vuol essere che una semplicissima dichiarazione di stima ad una persona che è entrata nella vita di tutti i tifosi e che troppo presto ne è uscita per volontà non sua (ndr).

Ora per noi tifosi dell'Ascoli si tratta di mangiare surrogato di cacao dopo aver assaggiato il cioccolato: sarà pure buono ma, non è la stessa cosa!

07/11/2003





        
  



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